La BreBeMi? «È servita per interrare rifiuti»

Così il procuratore Roberto Pennisi della Direzione Nazionale Antimafia

«Brescia è uno dei punti sensibili del nostro territorio dal punto di vista dei traffici di rifiuti, se non altro perché nel territorio bresciano si concentra un quantitativo estremamente rilevante di attività produttive e di attività produttive che producono rifiuti, tant’è vero che l’unico scopo al quale fino a questo momento è servita la BreBeMi è stato per interrare rifiuti. Io, che curo da poco il collegamento con Brescia, spesso vado da Brescia a Napoli in ferrovia. La ferrovia corre parallelamente alla BreBeMi e io la vedo sempre vuota. Purtuttavia, a noi la BreBeMi è nota nella misura in cui ha formato oggetto di una validissima indagine della Dda di Brescia anche per traffico illecito di rifiuti. C’è tutto un fenomeno particolarmente complesso, che non si può esaurire in poche battute».

Parola di Roberto Pennisi, procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia sentito dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti lo scorso 4 novembre. Un magistrato, Pennisi, che solitamente quando si siede in commissione difficilmente le manda a dire, e che nei suoi report annuali sulle ecomafie nella stessa Dna ha avuto più volte modo di chiedere del legislatore, in tema di criminalità ambientale, «meno avverbi e più verbi». Difficilmente le contestazioni di Pennisi arrivano dal niente, tanto che anche questa volta, come egli stesso dice la stessa autostrada ha formato oggetto di indagine presso la direzione distrettuale antimafia di Brescia.

Proprio la nuova e deserta autostrada Milano-Brescia (il traffico sulla Brebemi, riporta il Corriere della Sera, si aggira intorno ai 20mila veicoli al giorno, anche se la società non ha mai voluto fornire dati ufficiali, la metà degli obiettivi iniziali) che doveva essere «finanziata dai privati», ma che invece vede già arrivare soldi pubblici: 360 milioni, di cui 300 dal governo. I 62 chilometri di autostrada sono costati 2,4 miliardi (25,8 milioni a chilometro) e la maggior parte dei soldi sono prestiti della banca europea e della cassa depositi e prestiti.

Stessa musica anche per aree di sosta e aree di servizio: in arrivo ci sono due “autogrill”, ma l’avvio dei cantieri è previsto solo per la primavera, mentre mancano ancora per le due aree distributori di carburante. Mancano le offerte, e senza distributore, niente autogrill.

Arrivarono anche gli sfottò, e la società non prese benissimo la cosa diramando un comunicato: «Alcuni mass media - si leggeva in un comunicato del 15 ottobre 2014 - hanno diffuso un video dai contenuti falsi e ingannevoli, realizzato sulla A35 da tre persone a volto coperto che, simulando una partita di calcio sulla sede autostradale, hanno lamentato la totale assenza di traffico e la conseguente inutilità dell’infrastruttura. Al proposito SdP Brebemi S.p.A. ha appreso che le Autorità competenti hanno avviato le indagini volte all‘identificazione degli autori del video stesso. La Società ha tuttavia ritenuto di non dover al momento sporgere alcuna denuncia, avendo accertato in modo inequivocabile che il video è stato realizzato in data antecedente alla entrata in esercizio dell’Infrastruttura».

Fatto sta, al netto dell’utilità, del traffico e dell’ironia che le indagini ci sono, ci sono state e hanno coinvolto imprese e nomi di primo piano della politica lombarda. E queste indagini non sono finite, soprattutto nella zona del bresciano. Perché leggendo il resoconto dell’audizione emerge un altro particolare su alcune inchieste in corso, in particolare riguardanti il traffico dei rifiuti Raee (prodotti elettrodomestici rottamati).

Alla domanda del senatore Bartolomeo Pepe del Gruppo Misto (ex Movimento 5 Stelle) «Vorrei sapere se l’autorità delle dogane è a conoscenza di un traffico scoperto da poco in Lombardia, di cui il procuratore di Brescia Pier Luigi Maria Dell’Osso si sta occupando. Pare che arrivino rifiuti tossici in container trasportati dalle navi attraverso l’Oceano indiano e il canale di Suez provenienti addirittura dall’Australia o su rotaia provenienti dall’Est. Si tratta di cianuri, fluoruri, bauxite e altro», ha risposto il direttore dell’ufficio intelligence della Direzione centrale antifrode e controlli: «Confermiamo che ci sono tre grandi inchieste sul territorio nazionale. Una di queste è partita da Brescia e da Bergamo e riguarda un monitoraggio di prodotti elettrodomestici rottamati (Raee), che inizialmente sembravano riferibili all’attività di migranti che avevano messo nei container frigoriferi e lavatrici usate, perché venissero utilizzati tal quali presso i Paesi di origine».

«In seguito, continuando a investigare - specifica Burdo -, soprattutto presso l’ufficio di Bergamo, abbiamo visto che, in realtà, la raccolta presso questi centri di stoccaggio era curata da esponenti della criminalità campana e che la spedizione in container, in particolare verso Paesi africani, era utilizzata dalla comunità campana, con il rischio di intombamento, almeno per una parte considerevole di questi materiali. Giocano sempre sulla questione che la rottamazione comporta un contributo o un sostegno per il corretto trattamento ambientale. Si sospetta che l’esportazione con la finta indicazione di masserizie sia un escamotage per evitare il trattamento ambientale, che è costosissimo. A questo proposito, abbiamo fatto la segnalazione alla Procura nazionale antimafia».

Non il migliore viatico per le nuove grandi opere in fase di avanzamento. A partire dalla Pedemontana Lombarda, una delle tre nuove autostrade avviate nella Regione (assieme alla Brebemi e alla Tem), di cui oggi, 26 gennaio, è stato inaugurato il primo tratto, con l’apertura della tangenziale di Varese.

Luca Rinaldi
26 gennaio 2015
linkiesta.it