LE PAROLE E I FATTI

LE PAROLE E I FATTI

La tutela dell’ambiente entra in Costituzione

Il nuovo art. 9:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gliecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Il nuovo articolo 41

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

Le parole in Costituzione dovrebbero essere vincolanti ma i fatti, purtroppo, stanno ad indicare l’opposto.

Fatto 1:

Il famigerato progetto ANAS di Superstrada Vigevano/Magenta porterà nei prossimi anni alla devastazione del territorio dell’abbiatense / magentino. Naturalmente, quando realizzato, avrà consumato un’ enorme quantità di prezioso suolo agricolo di alta qualità.

Nonostante esistano da tempo delle alternative valide, molto meno impattanti e dispendiose, la “politica” ha deciso di proseguire comunque e a ogni costo verso la realizzazione di quest’ opera dannosa per l’ambiente e per il clima. “Costi quel che costi” - ossia tantissimo - per risolvere dei semplici problemi di traffico locale, che sarebbero già stati risolti se non ci fosse stata l’aspettativa di un progetto che da 20 anni congela ogni altra possibile soluzione.

Per bypassare le regole e i controlli dovuti per ogni infrastruttura è stato nominato come commissario l’ing. Eutimio Mucilli, dirigente ANAS cioè dello stesso Ente che ha progettato dal principio l’infrastruttura, con il compito di snellire e far procedere rapidamente il progetto della Superstrada. Questo signore, come un bravo soldatino, porterà avanti il suo compito ignorando tutto quello che è stato discusso, analizzato, suggerito in più di 20 anni di opposizione al progetto, non interfacciandosi con il territorio ma soltanto con i vertici dei ministeri e di Regione Lombardia che, a parole pontifica sul consumo di suolo, ma nei fatti sta promuovendo una considerevole serie di scempi ambientali.

E questo nonostante la ferma contrarietà di una parte del Territorio, dei comuni di Albairate e Cassinetta su cui l’infrastruttura si sviluppa, dei tanti Comuni del Territorio che hanno detto NO a quest’opera, compreso il Comune di Milano nonché di tutte le associazioni degli agricoltori, delle associazioni ambientaliste, del Parco del Ticino, del Parco Agricolo Sud, di Città Metropolitana e dei Comitati di cittadini. E nonostante i ricorsi al TAR Lombardia (vinti nel 2020) e i due recenti ricorsi congiunti dei Cittadini con i due Comuni (in attesa di sentenza).

Ultimamente i Comitati No Tangenziale hanno trasmesso al Parlamento europeo un aggiornamento della loro petizione, chiedendo alla Commissione UE di intervenire nei confronti del Ministero Infrastrutture e Ministero Ambiente visto l’inutile spreco di denaro pubblico, di suolo fertile e il peggioramento della qualità dell’aria che porterà con sé questa infrastruttura che nulla ha a che vedere con il Green Deal europeo e l’obiettivo della neutralità climatica nel settore dei trasporti.

Fatto 2:

Nuovi centri commerciali in Abbiategrasso.

Il nostro Territorio rischia di vedere anche la realizzazione di due nuovi progetti di parchi commerciali, in difformità dal PGT approvato senza il necessariopreliminare strumento intermedio, senza rispettare l’equilibrio delle funzioni insediabili, senza VAS e VIA, (Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Impatto Ambientale) senza contestualità dell’iter pianificatorio urbanistico e commerciale subdolamente mascherati da 17/18 medie distribuzioni per eludere la legislazione regionale. I piani si configurano come una piastra commerciale di impatto superiorea una Grande Superficie di Vendita, con ricadute drammatiche sull’ambiente (traffico, strade, inquinamento) e conseguente desertificazione del centro storico. I due piani equivalgono al 103% delle superfici di vicinato cittadine esistenti e ribaltano il sistema distributivo ed economico locale. Con tale intervento Abbiategrasso – attualmente collocato al 14° posto- diverrebbe nella Provincia di Milano il 3° Comune con la più elevata superficie di vendita per media distribuzione, dietro solo a Milano e Legnano.

In zona non manca certo l’offerta della Grande Distribuzione tanto che il paesaggio è costellato dagli scheletri di edifici commerciali chiusi e abbandonati.

In Abbiategrasso non manca quel commercio di vicinato e ambulante che concorre a tenere vivo il centro cittadino e a fornire un servizio essenziale a tante persone che non sono disposte (o proprio non possono) prendere l’auto per fare la spesa. Ma non mancano neanche le aree dismesse, spesso scheletri di edifici commerciali chiusi e abbandonati.

Una su tutte quella della Siltal, di quasi 5 ettari, più volte oggetto di incendi e atti vandalici, oppure stabilimenti, come la Mivar, che da anni aspettano invano una nuova destinazione d’uso, dimostrazione di una politica sempre più incapace di orientare uno sviluppo equilibrato della propria comunità salvaguardando sia l’economia locale sia i valori ambientali, culturali e paesaggistici del territorio. Si preferisce ancora una volta cementificare con capannoni diversi ettari di terreno agricolo libero, di fronte a un’area dismessa e una porzione di territorio compresa tra il complesso monumentale dell’Annunciata e il Naviglio Grande, in totale spregio al nostro paesaggio lombardo.

La bulimia di asfalto e cemento continua senza sosta.

Il suolo è sotto attacco in tutta la Lombardia, dove si ritiene che il consumo di suolo per infrastrutture sia sempre giustificato, quando invece sta impattando fortemente sulle produzioni agricole.

Con le ricadute economiche della sciagurata guerra in Ucraina ci si sta rendendo conto quanto sia importante e opportuna una maggiore autosufficienza alimentare. E’in atto una corsa mondiale all’accaparramento di risorse alimentari e di terreni produttivi. In un futuro molto prossimo ogni metro quadrato di terreno fertile dovrà essere prioritariamente sfruttato per produzione di cibo. Ma la politica non sembra comprendere quanto sia importante e strategico tutelare l'agricoltura dell'abbiatense, il suo paesaggio e la sua secolare rete idrica.

Si continua a costruire mega infrastrutture stradali e centri commerciali inutili e dannosi anziché puntare seriamente su programmi di sviluppo di energie alternative, su programmi di incremento dei luoghi di produzioni agricole biologiche, incentivando gli agricoltori a sentirsi parte integrante e motore di uno sviluppo alternativo diverso, più proficuo, a beneficio di tutti e, possibilmente, più “umano”.

Che mondo sarà nei prossimi decenni ?

Si ha l’impressione che la nostra classe politica, seppur con qualche rara eccezione, non ne abbia visione alcuna e sia invece asservita ad un modello di sviluppo quasi sempre basato sul cemento e sullo sfruttamento/rapina ambientale del territorio.

La visione è limitata all’oggi ma a scapito delle future generazioni.

Per informare e mantenere vivo l'interesse del territorio su queste tematiche è previsto un presidio in Abbiategrasso in data 9 aprile, dalle ore 11.00, presso il prato dell’Annunziata.

Comitati No Tangenziale

del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano