Malpensa, inizia la fuga: trasferimento a Linate per la compagnia alleata di Alitalia

Air Berlin prepara i voli per Dusseldorf e da qui agli Usa. Così Etihad sfiderà Lufthansa sfruttando il decreto Lupi. Gli emiri hanno ottenuto più destinazioni europee da Milano. Il colosso tedesco è il più fiero oppositore

l decreto Linate inizia a far sentire i suoi effetti ancora prima di diventare operativo. Con i risultati ampiamente previsti: si rafforza il Forlanini (assieme all'asse Alitalia-Etihad) e si svuota Malpensa, in nome del secondo salvataggio del vettore tricolore alle spalle dell'ex-hub. Secondo indiscrezioni attendibili, Air Berlin - la compagnia tedesca in cui gli emiri di Abu Dhabi controllano una partecipazione del 29,2 per cento - sposterà a breve, forse già da fine ottobre, i suoi voli in partenza dallo scalo varesino al city airport dell'Idroscalo.

Sfruttando una serie di slot inutilizzati da Alitalia, girati ai 'cugini' tedeschi in nome della comune appartenenza alla galassia del Golfo. L'operazione - che conferma le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dai vertici della Sea - la una valenza strategica fondamentale per Air Berlin e per Etihad. La compagnia potrebbe spostare infatti a Linate tre voli al giorno per Dusseldorf, destinazione liberalizzata proprio grazie al decreto 'ad Alitaliam' di Maurizio Lupi.

Questo aeroporto ha la funzione di mini-hub per una serie di destinazioni nord-americane del vettore di Berlino e potrebbe così drenare un altro po' del ricco traffico business meneghino verso gli States via Forlanini. Una sfida aperta a Lufthansa, che non a caso ad oggi è il più fiero oppositore del provvedimento del Governo italiano e che potrebbe contestarne la legittimità una volta ottenuto il via libera della Ue.

Nessuno tra gli addetti ai lavori è stupito di fronte all'ipotesi del trasloco da Malpensa a Linate di Air Berlin. La liberalizzazione delle rotte Ue dal city airport infatti, con buona pace delle istituzioni lombarde, è stata concordata diverso tempo fa sul tavolo della cessione di Alitalia ad Etihad. James Hogan, numero uno della compagnia di Abu Dhabi, aveva posto questo passaggio come precondizione alla sua firma. E l'obiettivo - dichiarato all'attimo della sigla finale dell'alleanza - di mettere le mani sui viaggiatori d'affari lombardi, uno dei bacini di passeggeri più redditizio al mondo.

Ora, se e quando la mossa dell'aerolinea tedesca andrà in porto, si capisce come farà: la compagnia trasporterà questi viaggiatori da Linate a Dusseldorf (e forse in futuro a Zurigo) per poi instradarli sui suoi voli transatlantici. La stessa scelta fatta negli ultimi anni dagli altri big del settore - Air France, Lufthansa e British in testa - che hanno già dato l'addio a Malpensa potenziando (aggirando alla grande i tetti del decreto Bersani) i collegamenti verso i loro hub direttamente dal Forlanini. Dal 2007 ad oggi oltre un milione di passeggeri a lungo raggio ha evitato Malpensa preferendo imbarcarsi per i suoi voli dal city airport facendo scalo a Amsterdam, Londra, Parigi, Francoforte o Madrid.

Il meccanismo del decreto consente in sostanza solo ad Alitalia-Etihad di riposizionare i propri slot per potenziare i collegamenti con i network intercontinentali dell'aerolinea del Golfo a Dusseldorf, Zurigo e in un futuro forse anche Belgrado. La compagnia italiana ha il 64 per cento dei diritti di decollo e atterraggio dallo scalo dell'Idroscalo. E quelli non utilizzati, a partire da molti sulla Milano-Roma, possono essere agevolmente dirottati su destinazioni più appetibili. Agli altri restano solo le briciole, vale a dire i pochi slot già concentrati come ovvio sui singoli hub. La partita del riassetto degli scali milanesi è così cominciata. E Malpensa, con buona pace delle vestali che si stracciano oggi le vesti senza aver mosso un dito per difenderla, sembra destinata per ora (non ci voleva l'Oracolo di Delfi per capirlo) al ruolo di vittima sacrificale.

Fonte: Repubblica
Data: 5.10.2014
Autore: Ettore Livini